SEZIONE DI PALEONTOLOGIA: L'estinzione dei dinosauri

SEZIONE DI PALEONTOLOGIA: L\'estinzione dei dinosauri

65 milioni di anni fa un evento quasi inimmaginabile cancellò per sempre i dinosauri e molti altri animali e vegetali che popolavano il mondo del Cretacico: circa il 75% delle specie viventi, compresi i grandi rettili marini, quelli volanti e interi gruppi di invertebrati tra i quali le ammoniti. 
Negli anni gli studiosi hanno proposto decine di cause. La più accreditata prevede il violento impatto di un asteroide con il nostro pianeta, occorso proprio alla fine del Cretacico. Tale ipotesi nacque alla fine degli anni Settanta del ‘900: alcuni livelli rocciosi affioranti in Italia, presso Gola del Bottaccione (Gubbio), mostravano l’accumulo continuo di sedimenti marini contenenti microfossili datati da 140 a 50 milioni di anni fa, tra cui fu individuato un livello argilloso totalmente privo di resti organici e ricco di iridio, risalente a 65 milioni di anni fa.
Qui fu dunque individuato il limite K/T (=fine del Cretacico/inizio del Terziario). L’alta concentrazione di iridio, presente in quantità almeno trenta volte maggiore che nei sedimenti sottostanti o soprastanti, unitamente al dato che si tratta di un metallo molto scarso nelle rocce terrestri, ma abbondante nelle meteoriti, suggerì origini extraterrestri.

nella foto: il limite K/T (Cretacico-Terziario) come appare nelle stratificazioni rocciose della Gola del Bottaccione, presso Gubbio. Quello più scavato (in ombra) è lo strato di argilla privo di fossili che attirò l'attenzione di Alvarez. (Foto C. Dal Sasso).
 

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Negli anni successivi furono individuati oltre 100 siti K/T in varie parti del mondo e tutti mostravano le stesse caratteristiche. Alcune località presentavano anche shocked quartz, ossia granuli di quarzo deformati da shock pressorio per onda d’urto, nonché microtectiti, sferule vetrose formatesi per improvvisa fusione e rapida condensazione a seguito di violenti impatti. 
La cicatrice della collisione dell’asteroide che uccise i dinosauri è stata trovata a Chicxulub, nella penisola dello Yucatàn, in Messico. Il vasto cratere ha un diametro di quasi duecento chilometri ma non si vede, in quanto si trova sul fondale marino ed è in gran parte ricolmo dei sedimenti che si sono depositati nei 65 milioni di anni successivi al cataclisma. La caduta dell’asteroide avrebbe sollevato nell'aria una quantità di polvere tale da gettare nell'oscurità e nel freddo tutto il pianeta, per diversi mesi; le piante non avrebbero potuto più crescere, causando l'interruzione della catena alimentare, la morte degli animali erbivori, e di conseguenza anche dei carnivori. 
Non tutti concordano su questo scenario. In effetti l’iridio potrebbe anche essere derivato da una intensa e prolungata attività vulcanica tardo-mesozoica. Tuttavia, in un modo o nell’altro i dinosauri scomparvero e i primordiali mammiferi del Cretacico, costretti fino ad allora a mantenere piccole dimensioni e vita notturna, poterono finalmente uscire allo scoperto, rioccupando gli ambienti liberati dai rettili. Un processo evolutivo che ha richiesto decine di milioni di anni e che alla fine ha portato anche all’uomo, destinato a diventare, tra l'altro, l'unico animale capace di provocare coscientemente la propria estinzione

nella foto: il Meteor Crater, in Arizona, è uno dei pochi crateri d'impatto meteoritico oggi ben visibili sulla Terra. Ha un diametro di 1200 metri e una profondità di 210 metri. Si è formato circa 50.000 anni fa in seguito alla caduta di un piccolo asteroide che aveva un diametro di soli 45 metri. (Foto C. Dal Sasso).