Il rapporto fra uomo e gatto dall'antichità ad oggi - Museo di Storia Naturale
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Il rapporto fra uomo e gatto dall'antichità ad oggi
L'animale che si è addomesticato da solo. Il professore e paleontologo Silvio Renesto ci porta alla scoperta del rapporto antico e non sempre pacifico tra l'uomo e il gatto
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Il gatto è l’animale domestico più diffuso, ma è domestico a modo suo.
Il rapporto fra il gatto e l’uomo è diverso da quello fra l’uomo gli altri animali domestici (il cane, poi il bue, la capra, l’asino…) che hanno accompagnato lo sviluppo delle civiltà. Il gatto non aveva in origine caratteristiche da animale addomesticabile, si potrebbe infatti dire che si è addomesticato da sé, senza diventare del tutto dipendente dall’uomo.
In tempi protostorici, con lo sviluppo dell’agricoltura, individui appartenenti a una sottospecie di gatto selvatico, Felis (silvestris) lybica, si sono adattati a sfruttare l’abbondanza di ratti e altre prede che infestavano le riserve alimentari negli insediamenti umani. Fu probabilmente quella la spinta selettiva per i cambiamenti nel comportamento: da solitario e territoriale a relativamente tollerante nei confronti dei propri simili fino a interagire anche con l’uomo, che dal canto suo ne aveva colto l’utilità e la bellezza.
Questo nuovo gatto, utile e socievole, raggiunse tutte le civiltà, creando un intenso rapporto con l’uomo, caratterizzato da luci e ombre. A seconda dell’epoca e del luogo, il gatto fu amato, odiato, considerato sacro, oppure perseguitato. Fra leggende e superstizioni, il gatto ha accompagnato la storia dell’uomo restando se stesso, a parte alcune recenti “razze artificiali” in cui aspetto e carattere sono modificati.
Martedì 26 marzo ore 18
Ingresso libero fino a esaurimento posti