Il Besanosauro non era solo: scoperti altri cinque esemplari tra Italia e Svizzera - Museo di Storia Naturale
Il Besanosauro non era solo: scoperti altri cinque esemplari tra Italia e Svizzera
Il primo fossile, battezzato Besanosaurus leptorhynchus dai paleontologi del Museo di Storia Naturale di Milano, si conferma il più completo al mondo per questa specie di ittiosauro, ora riconosciuta a livello internazionale con un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista PeerJ.
La scoperta - viste anche le restrizioni imposte dal COVID - non è avvenuta sul terreno, bensì nei sotterranei dei musei e nei reparti radiologici degli ospedali (compreso l’Ospedale Maggiore di Milano). Un team di paleontologi si è messo alla ricerca di fossili simili al Besanosauro esposto al Museo di Storia Naturale di Milano ed estratti nel secolo scorso dalle medesime rocce del Triassico che affiorano nel giacimento di Besano-Monte San Giorgio, al confine tra Italia e Svizzera.
E così nei musei di Milano, Zurigo e Tubinga sono stati rinvenuti altri cinque fossili di Besanosauri non ancora identificati, tra cui uno di ben 8 metri: un record tra i predatori marini di quel periodo geologico.
La notizia è stata pubblicata il 6 maggio 2021 sulla rivista scientifica PeerJ a firma di Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale che ha coordinato le ricerche, e da Gabriele Bindellini (Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio”, Università degli Studi di Milano), Andrzej Wolniewicz (Accademia delle Scienze Polacca, Varsavia), Feiko Miedema (Museo Statale di Scienze Naturali, Stoccarda) e Torsten Scheyer (Istituto e Museo di Paleontologia, Università di Zurigo).
Gli ittiosauri del Triassico Medio sono rari nel mondo e in gran parte di piccole dimensioni. Hanno circa 240 milioni di anni: vissero prima dei dinosauri, non sono loro parenti e hanno antenati terrestri simili a lucertole, da cui ereditarono le quattro zampe trasformandole in pinne per nuotare.
I nuovi esemplari conservano tutti le ossa del cranio e permettono dunque una conoscenza più completa della anatomia e delle abitudini alimentari di Besanosaurus leptorhynchus. Tale nome, coniato dai paleontologi Cristiano Dal Sasso e Giovanni Pinna nel 1996, si conferma azzeccatissimo: il “rettile di Besano dal rostro sottile” aveva un muso lunghissimo e affilato, con cui catturava antichi parenti dei calamari e piccoli pesci, grazie a rapidi movimenti della testa.
L’articolo pubblicato da PeerJ riesamina questo esemplare e altri tre fossili mai descritti e due che in precedenza erano stati attribuiti a una specie diversa (Mikadocephalus gracilirostris). I sei Besanosauri mostrano soprattutto variazioni di taglia e dunque rappresentano con ogni probabilità diversi stadi di crescita.
Tutti i Besanosauri sono stati deformati dal tempo e dalla pressione delle rocce all’interno di strati sottili, spessi poche decine di millimetri: TAC medica e fotogrammetria hanno permesso ai ricercatori di vedere le ossa nascoste o sovrapposte e di ricostruire le scatole craniche in 3D, osso per osso.