I colori dei primati - Museo di Storia Naturale
I colori dei primati
Alcune specie di primati hanno una sgargiante colorazione del muso, delle regioni ano-genitali e del torace. Questi colori vivaci rappresentano dei segnali sociali e sessuali molto importanti e questo ci suggerisce che siano in grado di vedere i colori per percepire questi messaggi.
In certe specie i maschi dominanti hanno una maggior quantità di colore rosso sul muso, che rappresenta un’attrazione per le femmine e un segnale per gli altri maschi del gruppo, e pare sia correlata a un maggiore livello di testosterone nel sangue. La vistosa colorazione delle parti ano-genitali, oltre a essere un segnale sessuale, potrebbe anche servire per avvistare più facilmente i conspecifici in lontananza o tra la fitta vegetazione.
È inoltre accertato che molte specie di scimmie del Vecchio Mondo hanno una visione tricromatica, possono cioè discriminare tra blu, verde e rosso, come accade nel genere umano. La capacità di distinguere i colori potrebbe essersi evoluta in funzione della necessità di trovare meglio il cibo, distinguendo i frutti maturi o le foglie più nutrienti, ma potrebbe anche essere legata alla necessità di percepire i pericoli, come quelli rappresentati dai predatori.
La discriminazione dei colori aiuta a percepire gli stati emotivi e i segnali sessuali e sociali dei conspecifici. Sembra che i primati abbiano addirittura un’elevata capacità nel percepire i rapidi cambiamenti nel colore della pelle causati dalla variazione nell’ossigenazione sanguigna come avviene nell’uomo quando arrossisce, utilizzando così anche la vista a colori come strumento di comunicazione.
Lo sviluppo della vista nei primati, a paragone con gli altri mammiferi, ha portato a una diminuzione della capacità olfattiva. La possibilità di distinguere i colori rappresenta perciò un meccanismo primario per riconoscere i propri conspecifici e addirittura distinguerli individualmente.