SEZIONE DI BOTANICA:  I cambiamenti climatici e le piante spontanee di Milano

Con una breve passeggiata in città e con gli occhi del botanico, si possono notare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle piante spontanee: il riscaldamento globale favorisce la diffusione di specie sempreverdi precedentemente conosciute soltanto allo stato coltivato o per presenze occasionali in natura. Andiamo alla scoperta di allori, palme cinesi, oleandri, ciliegie di Gerusalemme e saeppole di Buenos Aires, lungo i marciapiedi o nei boschetti della periferia.

 

SEZIONE DI BOTANICA:  I cambiamenti climatici e le piante spontanee di Milano

Senza andare in montagna per studiare quanto le piante salgono di quota per sfuggire al global warming, alcune piccole osservazioni possono essere fatte anche in città, passeggiando in qualche boschetto della periferia o anche lungo strade e marciapiedi.
L’alloro (Laurus nobilis L.) e la palma cinese (Trachycarpus fortunei (Hook.) H.Wendl.) sono da sempre coltivati nei giardini di Milano. In passato poteva capitare di osservarne alcune plantule nate spontaneamente nei boschetti della periferia a partire dai semi prodotti dagli esemplari dei giardini, ma si trattava di presenze sporadiche, occasionali: le giovani piantine non avevano possibilità di sopravvivere per più anni. Questo a Milano.
Intorno ai laghi di Como e Maggiore, invece, favorita da un clima più caldo e piovoso, la palma cinese aveva già conquistato da tempo i boschi, comportandosi da specie aliena invasiva.

nella foto: Giovani palme cinesi (Trachycarpus fortunei (Hook.) H.Wendl.) nate spontaneamente in un boschetto al Parco delle Cave, Milano (Foto: Gabriele Galasso, Museo di Storia Naturale di Milano).

 

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In questi ultimi anni, però, si possono incontrare piante spontanee con età di più anni, come al Parco delle Cave, dove ci sono boschine con presenza di grossi arbusti di alloro e giovani palme.
Altre osservazioni possono essere effettuate lungo i marciapiedi, dove è sempre più facile incontrare piccoli oleandri (Nerium oleander L.) nati tra le crepe dell’asfalto. L’oleandro è originario del Mediterraneo, dove caratterizza fiumare e greti torrentizi. A Milano è comunemente coltivato nei giardini e sui terrazzi, dove fiorisce e fruttifica con regolarità, ma i suoi semi piumosi, dispersi dal vento, non avevano mai generato nuove piantine sulle strade. La loro presenza è dunque un ulteriore segno del cambiamento climatico in corso. Notevole una grossa pianta nata spontaneamente tra i new jersey di Piazzale Lorenzo Lotto. Similmente, si può citare un bell’alberello di ciliegia di Gerusalemme (Solanum pseudocapsicum L.), che nel 2020 è stato segnalato da diversi cittadini sul cordolo esterno del marciapiede di Via Canonica, coi rami pieni di frutticini rossi, velenosi.
Infine si può ricordare la saeppola di Buenos Aires (Erigeron bonariensis L.), una specie esotica che fino a qualche anno fa era limitata alle aree mediterranee della Penisola. In questi ultimi anni è arrivata a Milano e sta ormai conquistando tutti i marciapiedi, aggiungendosi alle altre due specie di saeppola già presenti, anch’esse esotiche: la canadese (Erigeron canadensis L.) e la biancastra (Erigeron sumatrensis Retz.).

nella foto: piccolo arbusto di oleandro (Nerium oleander L.) in fiore, originario dei paesi mediterranei, nato spontaneamente tra i new jersey di Piazzale Lorenzo Lotto, Milano (Foto: Giorgio Bardelli, Museo di Storia Naturale di Milano).

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